Il fenomeno bianco della musica rap, Eminem
Marshall Bruce Mathers III (nato il 17 ottobre 1972), meglio conosciuto con il suo nome d’arte Eminem (stilizzato come EMINƎM ) e dal suo alter ego Slim Shady, è un rapper americano, produttore discografico, compositore e attore. Eminem è di base sicuramente un artista solista, ma è anche un membro del gruppo D12 (la sporca dozzina) ed anche uno dei due formatori del duo Hip Hop: Bad Meets Evil, con Royce da 5’9 nel ruolo di Bad ed Eminem nel ruolo di Evil. Eminem è uno degli artisti più venduti al mondo ed è l’artista che ha venduto di più degli anni 2000. È stato classificato, da svariate riviste, come uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, ad esempio la notissima rivista Rolling Stone lo mette all’82° posto nella sua personale lista dei 100 più grandi artisti di tutti i tempi, affibbiandogli anche l’appellativo di The King of Hip Hop. Includendo il suo lavoro con i D12 e Bad Meets Evil, Eminem ha realizzato dieci album, arrivati alla posizione numero uno sulla Billboard 200. Ha venduto oltre 42 milioni di brani e 49,1 milioni di album, solamente negli Stati Uniti, arrivando alla colossale cifra di 100 milioni di album in tutto il mondo!
Come rapper underground Eminem ha pubblicato il suo album di debutto da solista, dal titolo Infinite nel lontano 1996, anche se ufficialmente viene considerato il suo primo album quello con cui ha guadagnato la vera popolarità nel 1999, The Slim Shady LP. Quest’album ha anche fatto guadagnare a Eminem il suo primo Grammy Award come miglior album rap. I suoi due dischi successivi, The Marshall Mathers LP, e The Eminem Show, hanno anche vinto i Best Rap Album Grammy Awards, facendo di Eminem il primo artista a vincere il Best Rap Album per tre album consecutivi. Con il rilascio di The Eminem Show, Slim Shady ha iniziato la carriera di attore, siamo nel 2002, quando ha recitato nel film drammatico 8 Mile . Ha vinto l’Oscar per la miglior canzone originale, diventando il primo artista rap a vincere il premio. Tutto questo è stato poi seguito da un’altra pubblicazione in studio nel 2004, intitolata Encore. Eminem ha poi fatto una pausa dagli spettacoli, dopo un tour nel 2005. Ha pubblicato il successivo album, intitolato Relapse, solamente 5 anni dopo, il 15 maggio 2009, seguito poi da Recovery nel 2010. Recovery è stato un successo internazionale ed è stato l’album più venduto del 2010 in tutto il mondo. Eminem ha poi vinto il Grammy Awards per Relapse e Recovery, regalandogli un totale di 13 Grammy. Seguono a ruota libera The Marshall Mathers LP 2, pubblicato nel 2013, Revival, del 2017 e Kamikaze del 2018, che ad oggi è l’ultimo album ufficiale da studio dell’artista. Eminem, come moltissimi artisti del suo calibro hanno fatto, ha promosso anche altre iniziative, tra cui la sua etichetta discografica, la Shady Records, in coppia con il suo manager Paul Rosenberg. Possiede anche il suo canale radio, Shade 45 su Sirius XM Radio.
La battaglia di freestyle, l’espressione più originale della musica rap e della cultura hip hop
La pellicola ci parla di una Detroit del 1995, di una 8 Mile Road, linea di confine tra il quartiere bianco e quello nero, in una zona poco raccomandabile della città americana. È un film che racconta della cultura rap, figlia dell’hip hop, e il suo interprete principale è uno degli artisti più famosi per questo genere, il rapper Eminem. Eminem impersona qui Jimmy Smith Jr., suo alter ego, che rivive le disavventure incontrate dal cantante nel suo cammino verso il successo. Il film di cui stiamo parlando è “8 Mile”, che esce nel 2002 e si attesta come un trionfo: la canzone “Lose Yourself” è l’unica canzone rap ad essersi mai aggiudicata, sino ad allora, un premio Oscar; Eminem si aggiudicò due MTV Movie Awards e un Grammy. Ma perché ne stiamo ancora parlando? Il film ha un altro punto di merito a suo favore: aver portato alla conoscenza delle “masse” un altro elemento tipico della cultura del rap, la battaglia.
Una battaglia di rap è una competizione che vede ingaggiati due o più rapper a battersi a suon di rime di fronte ad un pubblico, quest’ultimo spesso nel ruolo di giudice di gara. Nasce all’interno delle comunità afroamericane, così come il rapping in generale – motivo per cui lo stesso Eminem, da bianco, avrà difficoltà ad entrare in questo mondo. A tal proposito, una curiosità può esser quella legata a Mohammed Alì: il pugile era infatti solito ad insultare i suoi avversari perfettamente in rima. La forte componente “nera” del rap la si può ravvisare già nel vocabolario con il quale vengono composti i pezzi: un lessico fortemente influenzato dal gergo -parolacce incluse- degli afroamericani. Le origini della battaglia rap affondano nella scena hip hop della East Coast americana, intorno alla fine degli anni ‘70. Una delle più antiche e celebri risale al 1982 e vide sfidarsi Kool Moe Dee e Busy Bee Starski, due rapper della cosiddetta “old school”. Come si vince una battaglia rap?
Devi convincere il pubblico, o i giudici scelti, di essere lo sfidante migliore ma, piuttosto che vantare i tuoi punti forti, devi piuttosto riuscire a canzonare l’avversario. I testi devono essere composti sul momento e far riferimento a luoghi o oggetti presenti nell’immediato, oltre che a caratteristiche dell’avversario del caso. Recitare un rap memorizzato in precedenza potrebbe esser considerato come un atto di disonore. Si vince di solito per acclamazione del pubblico. Oggigiorno la tv americana trasmette settimanalmente battaglie di freestyle in diretta, ed esiste persino un “Campione del Mondo” di battaglia rapper. E se pensate che la battaglia non sia una roba per femminucce, vi sbagliate. Oltre che ad aver avuto luogo incontri tra uomini e donne, esiste anche un campionato tutto al femminile chiamato “Queen of the Ring”!